Voglio consigliarti 12 pratiche SEO che dovresti evitare, se vuoi essere un passo avanti rispetto alla concorrenza.
Se pensi che fare SEO significhi seguire quelle regolette standard e ti andrà bene per sempre, ti sbagli di grosso. I motori di ricerca migliorano i loro algoritmi in continuazione, e non solo quando è troppo tardi per rendersene conto perché c’è un terremoto nelle SERP!
Sapevi che Google applica delle micro-modifiche all’algoritmo tutti i giorni?
L’evoluzione è continua e qualche volta gli aggiornamenti sono così grossi che se ne parla in tutti i blog di SEO e molti siti web si ritrovano o a perdere decine di posizioni, o a guadagnarne altrettante di punto in bianco.
Ecco perché anche tu devi adeguarti al ritmo del cambiamento e adattare le tue tecniche SEO regolarmente, in modo da adeguare il tuo sito alle nuove regole ed evitare di rimanere indietro rispetto ai tuoi competitor.
In questo articolo ti presento delle pratiche SEO obsolete che forse continui ad applicare ma che stanno solo penalizzando il tuo posizionamento, facendoti sprofondare sempre più in basso tra i risultati di ricerca.
Pratiche SEO da evitare: uso improprio delle parole chiave
Vuoi sviluppare come si deve il tuo sito web? Allora devi comprendere con chiarezza qual è il ruolo delle parole chiave per la SEO e come le puoi utilizzare nella tua strategia quotidiana.
Questo discorso non vale solo per i siti web, ma anche per i contenuti sui social: YouTube, per esempio, non è nient’altro che un motore di ricerca e anche lui usa il suo algoritmo. Perfino Instagram sta prendendo una direzione “SEO oriented” per divulgare i contenuti e fornire contenuti più pertinenti ai follower.
Prima di scoprire quali sono le parole chiave su cui lavorare per i contenuti del tuo sito, scopri quali sono gli errori più comuni e le tecniche SEO obsolete che ancora vedo spesso (purtroppo) nei siti web.
Keyword research e search intent
I neofiti della SEO (e anche qualcuno che si professa “esperto”, ahimè!) si soffermano sulla ricerca keyword pura e semplice.
Parole chiave buone = tanto traffico e successo! Giusto?
Sbagliato!
La keyword research basata solo su volumi e traffico è una tecnica SEO obsoleta. L’evoluzione ha spostato il focus invece sul search intent, intento di ricerca, cioè il fine ultimo della ricerca che un utente effettua.
Ciò che è importante, quindi, non è tanto la giusta keyword quanto la giusta risposta per il lettore.
Non vorrei deluderti, ma sarò sincera con te: scrivere testi basati solo sulle parole chiave che hai individuato fa scappare i lettori ancor prima di ricevere il tuo messaggio!
Dunque:
- Parole chiave con alto volume di ricerca NON significa visibilità per il tuo sito.
- Parole chiave usate con la consapevolezza di quale sia il search intent significa ottenere risultati!
Densità delle parole chiave / keyword stuffing
Tecnica SEO estremamente obsoleta: più parole chiave uso, più possibilità ho di posizionare il mio articolo.
Parliamone…
Sono ormai secoli che Google non fa più il conteggio delle keyword utilizzate in un testo. La corrispondenza fra la query di ricerca e il numero di volte in cui quella parola compare nel testo non è più rilevante.
Certo, la keyword deve necessariamente essere usata, altrimenti i motori di ricerca non capiranno che stai parlando proprio di quell’argomento.
Esagerare però non ti porterà nulla di buono: la tecnica del keyword stuffing (riempire una pagina di parole chiave) è considerata una tecnica scorretta e porta a penalizzazioni. Decisamente controproducente!
Ricorda che le parole chiave sono importanti ma non sono l’unico elemento per il posizionamento delle query di ricerca di alto valore.
Su cosa puntare?
Sono fondamentali la qualità dei contenuti (te lo ripeterò sempre) e la modalità che utilizzi per divulgarli.
Scrivere per i robot è una pratica SEO obsoleta
Di recente sono capitata sull’articolo di un blog che parlava di organizzazione del lavoro. Cercavo qualche consiglio su come gestire al meglio il mio tempo e le mie risorse per diventare più produttiva.
Beh, questo articolo era penoso! Non si capiva niente, sembrava una lista di parole messe insieme senza logica.
Qualità del contenuto? Voto zero spaccato!
Non riuscivo a capire se fosse un articolo tradotto in automatico da qualche strana lingua, e quindi particolarmente sconnesso, o se l’autore stesse cercando semplicemente di prendermi in giro.
La seconda era la risposta giusta.
Il testo era stato scritto per ingannare i motori di ricerca: le parole erano tutte collegate all’argomento in questione (organizzazione del lavoro, gestione del tempo, tecniche per la produttività ecc. e tutte le loro varianti) ma non c’era un discorso vero e proprio a tenerle in piedi.
Ero davanti a un esempio lampante di testo scritto per i robot.
Chi scrive testi utilizzando strumenti di Intelligenza Artificiale, e senza nemmeno fare revisione, ottiene risultati migliori!
Quindi, ricorda: non scrivere per i robot! È una tecnica SEO obsoleta e terribilmente frustrante per chi capita sulle tue pagine.
Inoltre, ben presto Google si accorgerà del trucco e ti penalizzerà.
A proposito, ho ricercato oggi stesso quello stesso articolo e non riesco più a trovarlo. Google ha fatto in fretta ad accorgersi dell’inganno.
Scrivere solo per il marketing non aiuterà il tuo posizionamento
Ecco un’altra fra le pratiche obsolete SEO da evitare che mi fa innervosire in modo particolare: scrivere un articolo per solo e puro marketing.
Contenuti scadenti, spesso praticamente inesistenti, accompagnati da tutta una serie di call to action e inviti all’acquisto, sono totalmente inutili.
Prima di tutto perché molto spesso non stai centrando il search intent dell’utente: magari la parola chiave è anche in target, ma pensi davvero che voglia leggere solo una lista di “compra compra compra”?
Lavora in particolare per far trasparire competenza, autorità ed affidabilità. Solo così potrai convincere davvero il lettore a fidarsi di te e quindi a comprare il tuo prodotto.
La filatura dell’articolo è tra le pratiche obsolete SEO
La filatura dell’articolo è una tecnica SEO obsoleta che consiste nel riscrivere contenuti già esistenti utilizzando però parole diverse.
Si scrive cioè un articolo, poi si mette in pratica una sorta di rotazione in cui questo articolo viene riscritto e rielaborato, senza però variare il succo del discorso: trasformi le parole, le frasi, i paragrafi per dire sempre le stesse cose.
Quale è così il risultato di questa strategia?
Un contenuto pasticciato con gli stessi punti dell’articolo di partenza. Posso solo dirti che menomale non è più efficace questo tipo di strategia!
Questa pratica sottolinea solo che è sempre più rilevante scrivere un articolo di qualità.
Link di acquisto e backlink fasulli
Siamo al quinto punto delle pratiche SEO oramai da accantonare, ossia l’utilizzo di link di acquisto.
Molte persone in passato hanno pagato per avere backlink al proprio sito e farlo così crescere velocemente.
La link building, intendiamoci, esiste ancora, ma devi saperla fare bene, non puoi improvvisarti.
Google ora identifica facilmente i siti di bassa qualità che inviano un’abbondanza di link verso un altro sito di qualità per attribuirgli maggiore autorità. E, naturalmente, penalizza tanto i primi quanto il secondo.
Il numero di backlink che un sito possiede non è più un fattore rilevante per determinare il posizionamento di un sito web. Adesso i motori di ricerca vogliono la qualità e non la quantità.
Uso eccessivo dell’internal linking e testo di ancoraggio
Sappiamo benissimo che il collegamento interno (link verso altre pagine del tuo sito) è alla base della struttura del sito e dell’esperienza dell’utente.
Il testo di ancoraggio (o anchor text) è il testo del link e questo può suggerire al lettore cosa troverà cliccando appunto su quel link. Si tratta di un elemento importante anche per i motori di ricerca, per questo è bene usare delle parole chiave nell’anchor text.
Quindi cosa c’è che non va in questa tecnica?
In realtà non è la tecnica in sé ad essere scorretta, ma il suo uso eccessivo. Se metti link a caso e ovunque, giusto per metterli, non serve a nulla. Ciò che fai deve avere un senso! Collega i tuoi articoli in modo che l’utente possa ottenere un’informazione più completa e approfondita.
Ancora una volta, il focus è sull’utente e non sul robot.
Uso di strumenti SEO obsoleti
Questo punto non è una vera e propria tecnica SEO obsoleta in sé, ma riguarda l’uso di strumenti che ormai non possono darti informazioni sufficienti per migliorare la SEO del tuo sito.
Abbiamo accennato alla ricerca keyword nella prima parte dell’articolo e ora sai quanto sia importante l’intento di ricerca, rispetto invece al volume di ricerca di una parola chiave.
Strumenti come il Keyword Planner gratuito di Google lavorano ancora su una concezione molto “numerica” e poco “qualitativa”: puoi scoprire dati interessanti, certo, ma non sono completi. Almeno non per quello che è ormai diventata la SEO, che si occupa di aspetti più profondi rispetto ai soli numeri.
Quindi il keyword planner è da buttare via?
No, qualcosa di buono ancora si può ricavare, come per esempio le informazioni sulla concorrenza a pagamento.
Integra queste informazioni, però, con altri strumenti, come Google Trends o ancora meglio con SemRush, SEOZoom e Ubersuggest.
Vedi, non sono poi così cattiva! Non sto qui solo a demolire le tue certezze, ma ti fornisco anche delle validissime alternative!
Creazione di pagine per tutte le varianti di parole chiave
Una tecnica SEO usata in passato era quella di prendere tutte le varianti di una parola chiave e creare un contenuto per ciascuna di esse.
Se ragionassimo ancora una volta dal punto di vista numerico, potrebbe avere senso. In realtà sappiamo bene che ciò che conta veramente è l’intento di ricerca, quindi se tutte queste parole chiave sono legate allo stesso search intent a cosa serve creare più articoli?
Magari pensi che se non ti va bene con una, ti andrà bene con l’altra, la filosofia del non si sa mai? No, non puoi ripetere un contenuto solo per sostenere la variante di una keyword (keyphrase).
Se ci pensi, il valore che offri agli utenti è basso perché alla fine il contenuto è sempre quello.
Acquistare domini pensando alle keyword
Hai acquistato il tuo dominio pensando solo alla parola chiave più rilevante per il tuo settore? Allora hai sprecato il tuo tempo.
Inserire keyword nel dominio è un’altra pratica SEO obsoleta. Non dico che sia totalmente da evitare, ma sicuramente non porta alcun vantaggio.
Avere parole chiave di alto valore nel tuo URL ha senso fino ad un certo punto. Aiuta a comunicare ai visitatori di cosa tratta il tuo sito, ma non aiuta le tue pagine a posizionarsi sui motori di ricerca, questo ormai è certo.
Ti consiglio di mantenere il tuo dominio coerente con il tuo marchio con nomi chiari e concisi in modo che l’utente ti possa riconoscere senza alcun dubbio.
Pubblicazione di contenuti scadenti
Siamo all’ultimo punto di questa guida delle pratiche SEO che puoi tranquillamente cestinare in questo momento.
Per fortuna, io ne sono ben felice, i contenuti scadenti non hanno più un buon posizionamento quindi, se stai:
- rubando i contenuti agli altri,
- sei poco credibile,
- scrivi frettolosamente senza rileggere,
- fornisci dati che poi non vai a verificare
cambia metodo di lavoro.
CONCLUSIONE
Dopo questa lunga lista di pratiche obsolete per la SEO, voglio darti dei suggerimenti di vero cuore, quelli che seguo anche io quando scrivo un articolo:
- sii diretto e sincero quando scrivi;
- scrivi contenuti di qualità;
- parla con il cuore ai tuoi utenti;
- parla agli utenti e non ai motori di ricerca;
- crea un contenuto con informazioni utili;
- sii te stesso ed originale.
So che possono sembrare consigli banali eppure sono questi che fanno la differenza nell’aiutarti a distinguerti dalla concorrenza ed essere sempre un passo avanti agli altri.
Nelle mie coaching faccio lavorare molto sulla SEO e sulle potenzialità che ha per far arrivare i tuoi contenuti ai lettori quindi ti aspetto per poter lavorare insieme per concretizzare il tuo Progetto Digitale.
Fammi sapere cosa ne pensi.
Lascia un commento.
A presto
dalla tua #DigitalBusinessCoach